Michelangelo Buonarroti - Rime
71. I' l'ho, vostra mercè, per ricevuto
I’ l’ho, vostra mercè, per ricevuto
e hollo letto delle volte venti.
Tal pro vi facci alla natura i denti,
co’ ’l cibo al corpo quand’egli è pasciuto.
I’ ho pur, poi ch’i’ vi lasciai, saputo5
che Cain fu de’ vostri anticedenti,
né voi da quel tralignate altrimenti;
ché, s’altri ha ben, vel pare aver perduto.
Invidiosi, superbi, al ciel nimici,
la carità del prossimo v’è a noia,10
e sol del vostro danno siete amici.
Se ben dice il Poeta di Pistoia,
istieti a mente, e basta; e se tu dici
ben di Fiorenza, tu mi dai la soia.
Qual prezïosa gioia15
è certo, ma per te già non si intende,
perché poca virtù non la comprende.
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Michelangelo Buonarroti - Rime 71. I' l'ho, vostra mercè, per ricevuto I’ l’ho, vostra mercè, per ricevuto e hollo letto delle volte venti. Tal pro vi facci alla natura i denti, co’ ’l cibo al corpo quand’egli è pasciuto. I’ ho pur, poi ch’i’ vi lasciai, saputo5 che Cain fu de’ vostri anticedenti, né voi da quel tralignate altrimenti; ché, s’altri ha ben, vel pare aver perduto. Invidiosi, superbi, al ciel nimici, la carità del prossimo v’è a noia,10 e sol del vostro danno siete amici. Se ben dice il Poeta di Pistoia, istieti a mente, e basta; e se tu dici ben di Fiorenza, tu mi dai la soia. Qual prezïosa gioia15 è certo, ma per te già non si intende, perché poca virtù non la comprende.