Michelangelo Buonarroti - Rime
260. Non è sempre di colpa aspra e mortale
Non è sempre di colpa aspra e mortale
d’una immensa bellezza un fero ardore,
se poi sì lascia liquefatto il core,
che ’n breve il penetri un divino strale.
Amore isveglia e desta e ’mpenna l’ale,5
né l’alto vol preschive al van furore;
qual primo grado c’al suo creatore,
di quel non sazia, l’alma ascende e sale.
L’amor di quel ch’i’ parlo in alto aspira;
donna è dissimil troppo; e mal conviensi10
arder di quella al cor saggio e verile.
L’un tira al cielo, e l’altro in terra tira;
nell’alma l’un, l’altr’abita ne’ sensi,
e l’arco tira a cose basse e vile.
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Michelangelo Buonarroti - Rime 260. Non è sempre di colpa aspra e mortale Non è sempre di colpa aspra e mortale d’una immensa bellezza un fero ardore, se poi sì lascia liquefatto il core, che ’n breve il penetri un divino strale. Amore isveglia e desta e ’mpenna l’ale,5 né l’alto vol preschive al van furore; qual primo grado c’al suo creatore, di quel non sazia, l’alma ascende e sale. L’amor di quel ch’i’ parlo in alto aspira; donna è dissimil troppo; e mal conviensi10 arder di quella al cor saggio e verile. L’un tira al cielo, e l’altro in terra tira; nell’alma l’un, l’altr’abita ne’ sensi, e l’arco tira a cose basse e vile.